IL POSTUROLOGO INDAGA: “LE SINDROMI ALGICO-POSTURALI”.
I tanti studi e la ricerca in Posturologia rendono sempre più consapevoli quei professionisti che, avvicinandosi a questo ambito, iniziano a osservare il sistema uomo nella sua globalità, scrutandone minuziosamente ogni minimo dettaglio, relazione, aspetto che precedentemente trascurava.
Si acquista quella consapevolezza che allarga gli orizzonti, che permette di approfondire a fondo le relazioni tra i vari distretti corporei, tra i vari recettori; si studia il Sistema Tonico-Posturale, lo si osserva con altri occhi.
E dopo aver estrapolato le informazioni più utili dall’anamnesi, si procede alla valutazione tridimensionale, ai test neuroposturali; è la “posturoconsapevolezza ”, quella che cerca di indagare sulla presenza di un rapporto tra quel “dolore” e la postura dell’individuo.
È così che si parla di “Sindrome algico-posturale” cioè di un quadro clinico caratterizzato principalmente da una sofferenza dell’apparato locomotore (ma non solo), conseguente ad una disfunzione del “Sistema Tonico-Posturale”.Nuova-immagine-7-1-e1456431263710-250x190
Tale disfunzione viene causata in un primo momento da una alterazione di uno o più recettori che mandano in tilt il “sistema”; così, il singolo recettore comporta una serie di adattamenti che modificando lo schema fisiologico omeostatico di equilibrio, comfort ed economia, lo trasformano in uno “adattato”, con atteggiamenti posturali meno confortevoli e meno economici, generando un quadro disfunzionale capace di dare origine ad un
corteo sintomatologico vario e complesso.
Purché ciò avvenga, devono concorrere tre precisi elementi:
1. la predisposizione individuale;
2. le alterazioni Morfo-Funzionali;
3. l’azione dell’ambiente interno ed esterno all’individuo.
Ciò significa che il paziente deve essere predisposto alla disfunzione (ad esempio per il suo stile di vita sedentario), che i recettori posturali devono trovarsi in qualche stato di alterazione o che siano presenti paramorfismi o dismorfismi dell’apparato locomotore ed infine che le abitudini lavorative o l’allenamento sportivo determinino un ipercarico dei tessuti che sono poi oggetto di reazione degenerativo-infiammatoria.
Per quello che riguarda l’”ambiente interno” ci si riferisce a determinati stati emotivi e/o psicologici che concorrono ad alterare lo schema posturale ed il tono muscolare di base. La triade è potenzialmente presente in ogni individuo, ma non si realizzerà nessuna manifestazione clinica della disfunzione finché tutte le componenti non siano coinvolte.
A seconda dei recettori posturali in disfunzione, la sindrome algico-posturale può essere classificata come:
1. semplice, se determinata dalla disfunzione di un solo recettore posturale
primario, come per esempio l’appoggio podalico, che, perturbato induce un
determinato schema adattativo;
2. complicata, se caratterizzata dalla disfunzione di più recettori posturali primari,
come può avvenire in una combinazione tra disfunzione podalica e
stomatognatica.
Da un punto di vista clinico possiamo avere un quadro:
1. lieve;
2. moderato;
3. grave.
Quando è lieve, la sintomatologia può essere presente saltuariamente soprattutto
dopo episodi di stress psico-fisico, il paziente la menziona solo se interrogato dal medico,
si può apprezzare lieve dolorabilità alla digitopressione in uno o più muscoli delle catene
cinematiche posturali. Non sono presenti alterazioni della qualità di vita e dell’attività fisica
del soggetto.
Quando è media, il paziente presenta una sintomatologia vera anche se
intervallata da periodi di acuzie e remissioni parziali. La sintomatologia determina una o
più visite specialistiche ed accertamenti strumentali. Sono presenti modificazioni della
qualità di vita e dell’attività fisica del soggetto.
Quando è grave, il paziente soffre per un quadro clinico algico-disfunzionale
permanente e spesso ricorre a terapia farmacologia antidolorifica e/o antinfiammatoria.

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